Acaya

Acaya è una frazione di 450 abitanti del comune di Vernole in provincia di Lecce. Il piccolo centro di Acaya rappresenta uno dei rari esempi di città fortificata, con schema viario a maglia ortogonale, esistenti nell'Italia Meridionale del XVI secolo. È situato a 5 km dal mare Adriatico e dalla Riserva naturale statale Le Cesine. L'antico borgo di Segine, di epoca medievale, entrò a far parte della Contea di Lecce nel XII secolo. Donato dagli Angioini al Convento di San Giovanni Evangelista di Lecce, fu concesso in feudo nel 1294 da Carlo II d'Angiò a Gervasio dell'Acaya. Gli Acaya tennero il feudo per tre secoli. Assunse il nome di Acaya nel 1535, quando Gian Giacomo dell'Acaya, "regio ingegnere militare" di Carlo V, fortificò il centro costruendovi la cinta muraria ed il fossato, e aggiunse bastioni, baluardi e fossato al castello fatto edificare dal padre Alfonso dell'Acaya nel 1506. Con la morte di Gian Giacomo dell'Acaya nel 1570, il feudo passò nel 1575 al Regio Fisco e successivamente, nel 1608 fu acquistato da Alessandro De Monti. Per il borgo di Acaya iniziò il periodo di irreversibile decadenza che degenerò dopo la devastazione ottomana del 1714. Verso la fine del XVII secolo, estintosi il ramo principale della famiglia De Monti, il feudo tornò alla Corte Regia che nel 1688 lo vendette ai De Monti-Sanfelice i quali, nello stesso anno lo vendettero ai Vernazza. Questi furono gli ultimi feudatari fino all'eversione della feudalità nel 1806. La chiesa di Santa Maria della Neve fu riedificata quasi completamente intorno al 1865. La nascita della prima parrocchiale risale alla fine del XIII secolo; successivamente durante il governo del feudatario Pietro dell'Acaya nel 1420 fu completata con decorazioni esterne sulla parte retrostante dell'edificio e la torre campanaria. Altri interventi furono realizzati nel Cinquecento con Gian Giacomo dell'Acaya e durante il marchesato dei Vernazza nel Settecento. La facciata fu rifatta in stile neoclassico in seguito all'ampliamento ottocentesco. L'interno, a tre navate separate da pilastri, possiede sei altari laterali: a destra quelli dedicati al Cristo morto, a sant'Oronzo e all'Immacolata; a sinistra quelli dell'Addolorata, del Crocifisso e di sant'Antonio da Padova. L'altare maggiore è caratteristico per la presenza di un elegante fregio barocco e delle armi dei Vernazza. All'interno sono inoltre conservate varie statue in cartapesta
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