Cocumola (Cocùmola) è una frazione di 940 abitanti del comune di Minervino di Lecce in provincia di Lecce. La frazione è situata nel Salento orientale, poco distante dalla costa adriatica di Santa Cesarea Terme, e dista 3 km dal capoluogo comunale e 41 km da Lecce. Il nucleo abitativo del paese si trova adagiato in un piano circondato da uliveti secolari e posizionato a 105 metri sul livello del mare. In direzione di Poggiardo si eleva l'omonima serra appartenente alle cosiddette serre salentine, ricoperta di ulivi, macchia mediterranea e pini italici. La stazione meteorologica di riferimento è quella di Lecce Galatina. In base alle medie di riferimento trentennale (1961-1990), la temperatura media dei mesi più freddi, gennaio e febbraio, si attesta attorno ai +8 °C, mentre quella dei mesi più caldi, luglio e agosto, si aggira sui +25 °C. Le precipitazioni medie annue superano di poco i 600 mm, con un marcato minimo estivo ed un picco autunnale. Il territorio di Cocumola è stato abitato sin da tempi antichissimi come testimoniano i dolmen e menhir esistenti. Nel 1885 lo storico Cosimo De Giorgi descrisse accuratamente due dolmen (Muntarruni e Monte Culumbu) e due menhir (Croce e Pizzilonghi-Urpinara). Nel periodo messapico qui vi era un deposito di prodotti del raccolto, costruito scavando nel terreno calcareo le fogge, una sorta di magazzini (silos) a forma di imbuto capovolto. Fu senz'altro colonizzata dai greci e, successivamente, passò sotto il dominio romano. Evidenti tracce della presenza romana a Cocumola e dintorni sono da attribuire ad una strada vicinale che dalla masseria San Giovanni conduce a Porto Badisco e il cui fondo stradale è costituito da pietra biancastra con evidenti tracce delle carrozze che nei tempi l'hanno percorso. Indubbia quindi, la presenza a Cocumola di abitanti Messapi, Romani e poi successivamente, Bizantini, Normanni ed Angioini. I Bizantini avrebbero lasciato le tracce del loro passaggio con una chiesa di rito greco dedicata a San Giorgio, di cui non rimangono tracce se non nel toponimo Via San Giorgio nelle vicinanze in cui la chiesa sorgeva. Intorno al XVI secolo, divenuta casale con il nome di San Joannis di Cocumola fu dotata di un torrione a guardia delle vie di accesso al mare dopo le incursioni dei saraceni nel Salento. La torre circolare, di cui ne rimangono solo le fondamenta, venne abbattuta nei primi anni del XX secolo e con questa fu ampliata la Chiesa Matrice nel 1906
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